Jannik Sinner è solo l’ultimo esempio di come gli sportivi possano frantumarsi, mostrando le loro debolezze. L’antica arte del kintsugi insegna che sono proprio quelle crepe a renderli umani, come noi
Ci fu un tempo, credo tra il 2016 e il 2017, in cui Nole Djokovic attraversò un crisi da cui sembrava non potesse più tornare. Adesso vediamo le rime di frattura e le suture dorate sul vincitore, a tacer d’altro, di 23 slam. Una parabola esemplare, da non dimenticare.
A me pare che alcuni parlino di depressione con un po' di leggerezza a volte. E che l' ansia generata da uno sport cosi duro mentalmente come il tennis sia una cosa diversa. Per carità è un bene che si parli e si crei dibattito sulle problematiche che i giocatori posso avere nel circuito. Piuttosto l' esempio che fai estrapolando la frase di Scanagatta non mi pare granchè azzeccato..anzi io ho trovato il pezzo molto rispettoso e ben argomentato..
Si, forse hai ragione sul pezzo del peccatore. Ma quella frase è l’estremizzazione di un concetto che è stato espresso di frequente in quei giorni. Sulla depressione: come sai ce ne sono diverse forme, compresi gli stati depressivi temporanei. Chi siamo noi per dire che Naomi Osaka parla di depressione con leggerezza?
Certo. Infatti è chiamato il male invisibile. Ci facciamo un' idea, da quello che vediamo, leggiamo e dal nostro background culturale. E poi se leggiamo un bel pezzo come il tuo la scriviamo, cercando di usare un linguaggio rispettoso, non troppo diretto. In generale, penso questo: spesso sono i giocatori stessi (e non solo noi spettatori) a non voler riconoscere questa fragilità non consona a un atleta professionista..e la giustificano dandole un altro nome.. Medvedev, visto quello che ha combinato ieri, mi pare che non si autoassolva per nulla e si mostri così com'è in campo. Non so se sia un pregio eh..ma a me da questa sensazione, diciamo più reale, pur nei coi suoi lati negativi.
Ci fu un tempo, credo tra il 2016 e il 2017, in cui Nole Djokovic attraversò un crisi da cui sembrava non potesse più tornare. Adesso vediamo le rime di frattura e le suture dorate sul vincitore, a tacer d’altro, di 23 slam. Una parabola esemplare, da non dimenticare.
Verissimo
A me pare che alcuni parlino di depressione con un po' di leggerezza a volte. E che l' ansia generata da uno sport cosi duro mentalmente come il tennis sia una cosa diversa. Per carità è un bene che si parli e si crei dibattito sulle problematiche che i giocatori posso avere nel circuito. Piuttosto l' esempio che fai estrapolando la frase di Scanagatta non mi pare granchè azzeccato..anzi io ho trovato il pezzo molto rispettoso e ben argomentato..
Si, forse hai ragione sul pezzo del peccatore. Ma quella frase è l’estremizzazione di un concetto che è stato espresso di frequente in quei giorni. Sulla depressione: come sai ce ne sono diverse forme, compresi gli stati depressivi temporanei. Chi siamo noi per dire che Naomi Osaka parla di depressione con leggerezza?
Certo. Infatti è chiamato il male invisibile. Ci facciamo un' idea, da quello che vediamo, leggiamo e dal nostro background culturale. E poi se leggiamo un bel pezzo come il tuo la scriviamo, cercando di usare un linguaggio rispettoso, non troppo diretto. In generale, penso questo: spesso sono i giocatori stessi (e non solo noi spettatori) a non voler riconoscere questa fragilità non consona a un atleta professionista..e la giustificano dandole un altro nome.. Medvedev, visto quello che ha combinato ieri, mi pare che non si autoassolva per nulla e si mostri così com'è in campo. Non so se sia un pregio eh..ma a me da questa sensazione, diciamo più reale, pur nei coi suoi lati negativi.