Qualche rilettura ragionata di Mezza Riga
Non il solito riciclo di materiale d’archivio, ma una breve e ragionata selezione di contenuti che potreste esservi persi e che potrebbero offrire spunti interessanti anche per l’anno prossimo
Buongiorno,
questo sport maledetto non ci lascia mai nemmeno quando è in pausa agonistica: la fine della relazione tra Carlos Alcaraz e il suo coach Juan Carlos Ferrero sta continuando a far discutere ed è probabilmente uno degli elementi che segnerà il 2026. Sappiamo che non è stata una rottura serena, sappiamo che Ferrero non l’avrebbe voluta e poco altro se non qualche indiscrezione inutile su questioni contrattuali. Quello che conta è che non pare trattarsi di una separazione basata su ragioni tecniche, come fu quella tra Riccardo Piatti e Jannik Sinner, in un momento nel quale l’altoatesino sentiva di aver bisogno di fare un salto di qualità. Ma questo sport rifugge dalla matematica: lo spagnolo è in grado di giocare un tennis talmente luminoso e stellare che potrebbe rimanere numero 1 al mondo per tutto il 2026, anche senza la guida dell’uomo che l’ha portato in vetta.
Quello che vi arriva oggi è un numero di Mezza Riga particolare, perché è l’ultimo numero dell’anno e precede l’avvio della nuova stagione tennistica. In questi primi mesi di vita abbiamo provato a proporre un modo diverso di raccontare lo sport che amiamo e la risposta è stata positiva, a tratti entusiastica. E di questo vi ringraziamo.
Oggi ci soffermiamo su qualche rilettura. Non il solito riciclo di materiale d’archivio, ma una breve e ragionata selezione di contenuti che potreste esservi persi e che potrebbero offrire spunti interessanti anche per l’anno prossimo.
Jack Draper salterà gli Australian Open, ma dovremmo rivederlo nel corso della stagione, mentre Holger Rune potrebbe essere pronto a tornare in campo in estate. Prima degli infortuni erano due tra i giocatori più interessanti del circuito maschile, tra i pochi in predicato di rompere il duopolio. Ma cosa succede a un giocatore quando lascia per un periodo più o meno lungo? Il primo numero di Mezza Riga, firmato da Giorgia Mecca, si interrogava proprio su questo, in occasione del ritorno in campo di Sinner dopo la squalifica
Il ritorno del re – Mezza Riga n. 1
A Roma vedremo lo stesso Sinner di tre mesi fa? Per quanto breve, uno stop cambia la persona e l’atleta, ci racconta la storia degli altri numeri uno, da Andre Agassi a Serena Williams
Ha detto che vorrebbe smettere dopo le Olimpiadi di Los Angeles del 2028, anche se vorrebbe dire arrivarci a 41 anni. Il fisico e la testa di Novak Djokovic sembrano dirci che potrebbe anche farcela. Questo 2026 potrebbe fornire molte indicazioni su quanto Nole sia ancora in grado di stare in campo e reggere il ritmo della nuova generazione. Odiato tanto quanto amato, il serbo è stato ritratto magistralmente da Marco Imarisio in quello che è anche un piccolo saggio personale
La guerra di Nole – Mezza Riga n. 17
Djokovic è sempre stato un dissidente contro la propria volontà, l’alfiere di una minoranza che cerca costantemente il plauso della maggioranza: un ritratto sentimentale
Sicuramente nei prossimi 12 mesi – chissà se già il primo di febbraio agli Australian Open – vedremo altre finali tra Sinner e Alcaraz. E ci si dividerà ancora tra i cultori del fantasista spagnolo e quelli del geometrico italiano. Prima di affrontare l’ennesima discussione di questo tipo, vi raccomandiamo di leggere questo pezzo di Gianni Montieri dove prova a spiegare che non c’è nulla di più sbagliato di questa stereotipizzazione.
“Ma come ha fatto?” – Mezza Riga n. 8
Ci siamo convinti che Alcaraz sia quello dal gioco “più bello da vedere” e Sinner quello noioso. Se ne parlerà per i prossimi quindici anni, ma non c’è niente di più falso
Certo, siam tutti bravi a guardarlo e molto meno a giocarlo, questo sport del demonio. Mentre noi ci prepariamo ad affrontare la stagione ATP come se fossimo i protagonisti, c’è chi prepara la stagione Master dell’ITF: un circuito internazionale fatto di gente come noi (oddio, forse tennisticamente un po’ più solida) che gira l’Italia e il mondo alternando questa pratica con la vita reale. Marta Dassù fa parte di questo gruppo e ha deciso di raccontare a noi questo mondo.
Tennis pre-mortem – Mezza Riga n. 16
Tre motivi per cui impegnarsi a giocare a livello agonistico quando non si è più così giovani e prima che un guaio fisico impedisca di correre ancora sulla sabbia rossa o di colpire un rovescio
È stato un 2025 denso di battaglie “sindacali” dei tennisti: per una stagione meno intensa, per nuove regole (che poi sono arrivate) sul caldo eccessivo durante i match, e sullo sfondo sempre la questione economica. D’altronde, chi tiene in piedi il circuito, chi ci permette di non vedere continuamente una ripetizione delle ATP Finals sono anche quelli che potremmo definire i peones del tennis. Che, non tutti lo sanno, faticano a tirare la carretta. Roberto Scarcella, partendo da un match del Roland Garros, prova a raccontare questa parte dimenticata del circuito.
La lotteria degli Slam – Mezza Riga n. 4
Lontano dallo scintillio dei campi principali dei grandi tornei, va in scena la vita dei tennisti che navigano le acque basse della classifica: una realtà molto più dura di quanto si possa immaginare
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